Mister dovesse trovare un titolo o anche un solo aggettivo per la stagione appena
trascorsa ,quale sarebbe?


ASSISANI: L’aggettivo che trovo adeguato è “impresa”, non tanto per il valore della
squadra formata da ragazzi fantastici, ma quanto per l’obbiettivo raggiunto dopo
un’annata con tanti problemi, infortuni, trasferimenti, chi ha mollato, restando anche
in certi periodi ridotti ai minimi termini.


MARCUCCI: Un titolo adatto potrebbe essere “Trionfante” : una stagione di successo
e di una promozione raggiunta con determinazione e forza.
Quale è stato l insegnamento più grande che sentendo aver trasmesso alla
squadra?


ASISANI:Se posso inverto la domanda e rispondo ovvero cosa i ragazzi hanno
insegnato a me, sono ragazzi con una abnegazione per il lavoro e sacrifico che
difficilmente o trovato nelle squadre in cui o giocato, mi hanno insegnato che nei
momenti difficili sono stati uniti e ognuno ha portato un secchiello d’acqua al
mulino, per alimentare il sogno poi raggiunto e che si meritavano.


MARCUCCI:Uno degli insegnamenti che credo di aver trasmesso alla squadra è
l’importanza del lavoro di squadra e della perseveranza. Quando si lavora insieme
verso un obiettivo comune e ci si impegna costantemente a migliorare ed è possibile
superare qualsiasi sfida, inoltre l’importanza della disciplina, della dedizione e della
mentalità vincente, incoraggiandoli a non arrendersi mai di fronte alle avversità e a
continuare a lottare fino alla fine. Le sconfitte fanno parte del percorso e che è
fondamentale imparare da esse, rialzarsi più forti e concentrarsi sulle opportunità di
miglioramento. In questo modo si incoraggia la squadra a sviluppare una mentalità
resiliente che li aiuterà non solo nel calcio, ma anche nella vita di tutti i giorni. L’
importanza della fiducia in se stessi e nella propria squadra: trasmettendo loro che
credere nelle proprie capacità e nel potenziale della squadra è fondamentale per
raggiungere grandi risultati.
In quale aspetto invece i ragazzi potevano far meglio?


ASISANI: Sono ragazzi di 14 – 15 anni, hanno ancora tanto da imparare, quello che
noto maggiormente nei ragazzi di oggi è il carattere volubile con cui si pongo in certe
situazioni o il non voler provare certe cose non superare i limiti, esempio banale il
non voler calciare di sinistro perché sono destri o viceversa, però io non posso
lamentarmi dei miei calciatori.


MARCUCCI: Sicuramente la comunicazione verbale e la collaborazione in campo si
potrebbe migliorare. Un altro aspetto in cui i ragazzi potrebbero migliorare e’
l’attenzione ai dettagli, la concentrazione durante gli allenamenti e le partite, la
precisione nei passaggi, al controllo di palla e alle decisioni rapide in campo.
In base alla sua esperienza calcistica, nota qualche differenza rispetto a quando
giocava a calcio alla stessa età dei ragazzi che allena?


ASISANI: Il calcio di oggi anche in età giovanile è basato quasi tutto sulla fisicità,
tralasciando purtroppo cose molto importanti il sapere passare semplicemente la
palla o fare un passaggio, ovviamente poi la tattica basilare, ecco forse alla loro età
eravamo più completi.


MARCUCCI: Certamente, ci sono alcune differenze che potrei notare in base alla
mia esperienza calcistica rispetto alla situazione attuale dei ragazzi che alleno. Oggi, i
giovani hanno accesso a una vasta gamma di risorse tecnologiche che possono
aiutarli nello sviluppo delle loro abilità calcistiche, come video analisi, applicazioni di
allenamento e dispositivi di monitoraggio delle prestazioni. Questo può consentire
loro di avere una comprensione più approfondita del gioco e di migliorare più
rapidamente rispetto al passato. Lo stesso vale per gli allenatori che possono
adottare approcci più moderni e basati sulla scienza dello sport. Inoltre le squadre
giovanili oggi potrebbero essere meglio strutturate e organizzate rispetto al passato,
con programmi di allenamento più specifici, una maggiore attenzione alla nutrizione
e al recupero, ed una consapevolezza crescente dell’importanza dell’equilibrio tra
sport, istruzione e vita sociale per garantire uno sviluppo sano e completo.
Spesso però a 15 anni si individuano dei potenziali talenti e si creano grandi
aspettative : secondo lei un eccessiva pressione può danneggiare la loro crescita?


ASISANI: L’altro male del calcio di oggi lo pone bene questa domanda, sono i genitori
che credono di avere in casa il nuovo Ronaldo (quello brasiliano ovviamente), Messi
ecc.., perché magari adesso prende il pallone scarta tutti e fa gol, nella mia misera
carriera ne ho visti tanti di giocatori, ma pochissimi calciatori, io dico sempre di far
vivere la vita sportiva del proprio figlio con tranquillità senza riversargli addosso le
proprie frustrazioni, se saranno rose fioriranno.


MARCUCCI: Assolutamente, un’eccessiva pressione può certamente danneggiare la
crescita e lo sviluppo dei giovani talenti nel calcio o in qualsiasi altro campo. Troppa
pressione può causare elevati livelli di stress e ansia nei giovani giocatori, che
potrebbero avere difficoltà a gestire le aspettative e le richieste poste su di loro.
Questo può influire negativamente sulle loro prestazioni in campo e sulla loro salute
mentale. Troppa pressione potrebbe impedire ai giovani giocatori di sperimentare e
di divertirsi nel gioco, elementi cruciali per lo sviluppo di abilità e talento nel calcio
giovanile. Se si sentono costantemente sotto osservazione e critica, potrebbero non
essere in grado di esprimere appieno il proprio potenziale. Pertanto, è fondamentale
che gli allenatori, i genitori e gli altri membri dello staff sportivo adottino un
approccio equilibrato nell’affrontare i giovani talenti, incoraggiando il loro sviluppo
sia come giocatori di calcio che come individui.
Mister cosa dobbiamo aspettarci il prossimo anno?


ASISANI: La cosa che maggiormente mi aspetto e che dobbiamo aspettarci è la
crescita calcistica dei ragazzi e di conseguenza della squadra, magari con qualche
infortunio in meno, poi se questo sarà i risultati verranno da soli.


MARCUCCI: Sicuramente continuare a crescere come squadra e come individui. Se la
squadra rimane pressoché la stessa si potrebbe beneficiare della continuità nei
rapporti e nella comprensione reciproca sul campo. Questo può portare a una
maggiore coesione di squadra e a una migliore esecuzione delle strategie di gioco.
Con un livello di gioco superiore emergono nuove aree in cui migliorare e nuove
opportunità di sviluppo individuale e di squadra: potrebbe essere necessario un
periodo di adattamento alla nuova categoria, sia in termini di intensità delle partite
che di livello di competizione. È importante essere pazienti e concentrarsi sul
progresso continuo, senza farsi scoraggiare da eventuali difficoltà iniziali con
obiettivi chiari e realistici per la stagione, sia a livello individuale che di squadra.

Non per ultimo un ringraziamento particolare va a
-MASSIMILIANO GENTILI preparatore dei portieri
-CRISPINI GIANCARLO che ci ha permesso di allenarci sempre in campi in perfette condizioni
-PAOLO PANETTI collaboratore prezioso
-ALESSANDRA MATTIOLI responsabile delle divise da gara e preziosa collaboratrice.
E a tutta la famiglia DUCATO SPOLETO che ci ha sempre fatto lavorare in un ambiente sereno e che ha sempre accolto le nostre richieste.